Si è svolta in queste settimane all’IC Frezzotti Corradini di Latina la “Robots League” ovvero una competizione di Robotica Educativa rivolta agli allievi della Scuola Secondaria di Primo Grado. Più di 300 studenti delle 14 classi dell’istituto, hanno partecipato con energia ed entusiasmo, tipiche dei ragazzi adolescenti a questa manifestazione, ideata ed organizzata dal Prof. Marco Torella, sperimentando in maniera ludica i temi del coding e della programmazione di macchine.
Il calendario della manifestazione, organizzato secondo un tabellone del tutto simile a quello della più famosa Champions, ha previsto incontri eliminatori a partire dagli ottavi di finale, fino ad arrivare all’attesa finale di venerdì, che, dopo una gara intensa e coinvolgente, ha decretato il primo e il secondo posto. A salire sul gradino più alto del podio sono stati i ragazzi della terza B non prima però di aver dato lusinghiera manifestazione di fair play complimentandosi con i loro compagni di corso della seconda per aver saputo fronteggiare con astuzia e bravura le tre diverse gare previste.
Nel nostro immaginario collettivo le macchine, i robot ed i computer sono legati allo stereotipo del distacco e della passività, rappresentano per molti l’emblema della precisione, del freddo calcolo e dell’esecuzione meccanica di comandi. Ma questa manifestazione ha dimostrato come a volte gli stereotipi possono essere “capovolti” se permettiamo a noi stessi e ai ragazzi di cambiare il punto di vista e di osservazione. Dal distacco al coinvolgimento, dalla passività all’attiva ricerca di strategie vincenti, dal semplice calcolo alla pianificazione di numeri, dall’indifferente esecuzione alla partecipazione complice e condivisa. Questo e molto altro ancora hanno messo in scena i ragazzi, dimostrando che ancora una volta alla base dell’apprendimento altro non c’è che la curiosità di scoprire e capire.
E’ da questa curiosità che si è partiti per insegnare la tecnica che è alla base della programmazione di questi robots, la stessa tecnica che permette di utilizzarli per giocare a calcio, a “Sumo” o per farli correre a gran velocità. I ragazzi hanno poi nutrito la tecnica con con idee e competenza, trasformando quelle nozioni in energia vitale dei robots: comandi, strategie, sequenze.
Quei robots sono diventati i loro robots: hanno gareggiato con una personalità, hanno corso con convinzione, hanno combattutto con coraggio, hanno segnato con precisione. E come loro hanno sudato, hanno vinto, hanno perso, hanno riso e hanno pianto.
Insieme, in un bella condivisione di buone energie. Insieme , in un progetto che ha insegnato qualcosa a tutti. Insieme, con i ragazzi più grandi dell’istituto Marconi che con pazienza e impegno li hanno accompagnati dalla prima all’ultima gara. Insieme, nell’idea che ciò che si vive si impara prima.